Il card. Angelo Bagnasco, presidente della CEI e vice presidente
del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, ha aperto a Roma i lavori
dell’assemblea plenaria del CCEE, che si svolgono dal 2 al 4 ottobre 2014 sul
tema “La famiglia e il futuro dell’Europa”. Rivolto ai rappresentanti di quasi
quaranta Conferenze Episcopali di Paesi europei e a diversi ospiti provenienti
da altri continenti, il cardinale ha introdotto il tema dell'incontro, che si
svolge alla vigilia della III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei
Vescovi "Le sfide pastorali della famiglia nel contesto
dell'evangelizzazione".
…. I lavori che ci attendono –
quasi premessa dei lavori sinodali – sono segno ulteriore dell’amore che noi
Pastori e le nostre Chiese Particolari abbiamo per il Continente europeo: sì,
la Chiesa ama l’Europa! E vorrebbe che fosse se stessa con gioia, convinzione e
coraggio. Le dice: non avere paura di Dio. Dio non è un concorrente
geloso, ma è il grande Sì all’uomo e alla sua vita, alla sua sete di libertà e
di amore, all’anelito di felicità e di compagnia che dimora nel cuore di ogni
persona come nell’anima di ogni società. La religione non è un pericolo per il
vivere civile e democratico; al contrario, è lo storico fondamento di
quell’umanesimo plenario che ha fatto dell’Europa – nonostante limiti e gravi
smarrimenti – un riferimento culturale ed umanistico.
Le culture – lo sappiamo – sono diverse e molteplici: devono
essere rispettate e valorizzate, ma tutte devono avere quei fondamentali
denominatori comuni che qualificano una cultura come rispettosa della persona
intera, aperta alla trascendenza e al prossimo. Devono avere quegli elementi
fondamentali che, nella diversità delle forme e nelle tradizioni, rendono le
civiltà uguali nell’umano.
La famiglia è uno di questi elementi antropologici che
caratterizzano e fanno vere ed autentiche le culture e le civiltà. La famiglia,
nel suo essere universale, dovrebbe qualificare e fondare l’Europa casa di
popoli e di storie, rispettosa dei volti e delle Nazioni; un’Europa che si
riconosce nelle sue origini, che non si vergogna dei suoi valori religiosi ed
umanistici, che non cede alle pressioni ideologiche, che non snatura l’uomo e
la sua sorgente naturale, la sua prima scuola di virtù e di socialità.
La famiglia, infatti, da sempre è vissuta e riconosciuta come la
prima forma di società, dove l’amore di un uomo e una donna, non solo genera ma
anche insegna a vivere insieme tra generi e generazioni [...].
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