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domenica 23 febbraio 2014

EDUCARE OGGI E DOMANI. Una passione che si rinnova.

EDUCARE: 

IL CORAGGIO DI AFFRONTARE LE SFIDE DELL'OGGI 

PER COSTRUIRE UN DOMANI MIGLIORE


EDUCARE OGGI E DOMANI – Una passione che si rinnova.

Siamo alla vigilia di due significativi anniversari del cammino ecclesiale: nel 2015 ricorre il 50° anniversario della Dichiarazione Conciliare sull’educazione cristiana “Gravissimum Educationis” e il 25° della Costituzione Apostolica “Ex Corde Ecclesiae” sull’Università Cattolica. Sono ricorrenze di cui far memoria e che stimolano la riflessione sulle vaste problematiche educative che oggi attraversano il mondo. Da anni si parla di “emergenza educativa”, riferendosi “alle difficoltà di stabilire rapporti educativi che, per essere autentici, devono trasmettere alle giovani generazioni valori e principi vitali, non solo per aiutare le persone singole a crescere e maturare, ma anche per concorrere a costruire il bene comune”[1].
La Congregazione per l’Educazione Cattolica ha costituito un gruppo di lavoro, al quale hanno partecipato autorevoli esperti di problematiche educative e sociali a livello internazionale, per la preparazione di un “instrumentum laboris” che accompagnerà le chiese locali e le istituzioni educative cattoliche nei prossimi anni, ma che coinvolge tutti gli educatori cattolici, e non solo. Detto documento è stato discusso dalla Congregazione e presentato, nei giorni scorsi, in un Forum al quale hanno partecipato i componenti la Congregazione e vari esperti di problematiche educative e sociali. Anche l’UMEC (Unione Mondiale degli Insegnanti Cattolici) è stata chiamata a partecipare al Forum e ad apportare il suo contributo, impegnandosi a condividere il cammino di riflessione.
Il Forum, sapientemente organizzato dal Cardinale Prefetto, S. E. Card. Grocholewski, dal Segretario della Congregazione, S.E. Mons. Zani, e dai loro collaboratori, coordinato dal prof. Zamagni, ha voluto essere occasione di presentazione del documento, di dibattito, di stimolo al fine di “rafforzare la consapevolezza della missione educativa per essere segno di speranza nel mondo” (Mons. Zani). Una consapevolezza che esige comprensione del presente e lungimiranza progettuale. Infatti, "dobbiamo offrire la testimonianza di una Chiesa fedele a Cristo, animata dal desiderio di servire i fratelli e pronta ad andare incontro con coraggio profetico alle attese e alle esigenze spirituali degli uomini e delle donne del nostro tempo”[2].
Gli interventi degli esperti, provenienti da varie parti del mondo, oltre a sottolineare l’importanza dell’educare oggi e di individuare strategie educative idonee al “fare educazione “ nei vari contesti, sconfiggendo “i nemici dell’educazione” (scetticismo, individualismo, relativismo), hanno evidenziato i tre aspetti che debbono caratterizzare l’educazione cattolica: l’identità, l’integralità e l’interculturalità. A proposito di quest’ultimo aspetto, si è fatto richiamo al recente documento della Congregazione riguardante “L’educazione al dialogo interculturale”[3], diffuso lo scorso dicembre.
Varie sono le sfide che interpellano la scuola oggi, specialmente le scuole e le università cattoliche che, per la loro specificità, sono chiamate ad essere luoghi di maturazione integrale per ogni persona, orientate dai valori evangelici e dalla dottrina sociale della Chiesa. Tra le molteplici sfide, gli interventi dei relatori e il successivo dibattito hanno evidenziato le seguenti: l’identità, la comunità scolastica, il dialogo, l’apprendimento, l’educazione integrale, l’unità del sapere, la carenza di mezzi e risorse, la formazione religiosa, la società multiculturale e multireligiosa, l'attenzione ai deboli e agli emarginati.
Di fronte a tali sfide è stata richiamata la necessità di curare una formazione adeguata e continua dei dirigenti scolastici e dei docenti, nonché di una proficua relazione con le famiglie, con le istituzioni locali, con la comunità ecclesiale, con l’associazionismo professionale e con il mondo del volontariato. Lo stesso Sommo Pontefice, nel discorso ai componenti la Congregazione, ha richiamato l’attenzione su tre aspetti: il valore del dialogo nell’educazione, la preparazione qualificata dei formatori e la responsabilità delle istituzioni educative [4]
Non è stato sottaciuto il pericolo per le scuole e per quanti vi operano di essere ammaliati da logiche mercantili, individualistiche, di “successo”, nonché di porre prioritaria attenzione ai contenuti piuttosto che ai perché dell’insegnare: ogni azione educativa deve aver senso e dare senso.
Sono state indicate alcune piste ineludibili per i progetti educativi delle istituzioni scolastiche: la centralità della persona che apprende, l’educazione alla cittadinanza attiva, l’educazione come costruzione di fraternità e di libertà, la formazione integrale della persona, il valore dell’educazione religiosa, l’attenzione alle varie forme di svantaggio e di emarginazione. Chiaro è stato il richiamo alla pedagogia del Vangelo (accogliere, accompagnare, fare strada insieme, discernere, interpretare, orientare, testimoniare). Agli educatori cattolici viene richiesta una fede viva e una competenza elevata, nonché la capacità di testimoniare il valore della comunità e della continua ricerca e di costruire contesti educativi.  “Una delle principali responsabilità degli insegnanti –afferma l’Instrumentum laboris - è di avvicinare le giovani generazioni alla conoscenza e alla comprensione delle conquiste della conoscenza e delle sue applicazioni. L’impegno del conoscere e del ricercare non va, però, disgiunto dal senso etico e dal trascendente …. Scienza ed eticità, scienza e trascendenza non si escludono reciprocamente, ma si coniugano per una maggiore e migliore comprensione dell’uomo e della realtà del mondo”.
Il dibattito non ha sottaciuto l’immensità delle sfide per le istituzioni scolastiche ed  universitarie, e per quanti vi operano. Perciò sono state ricordate le parole di papa Francesco che incoraggiano a rinnovare la passione educativa: “Non scoraggiatevi di fronte alle difficoltà che la sfida educativa presenta! Educare non è un mestiere, ma un atteggiamento, un modo di essere. Per educare bisogna uscire da se stessi e stare in mezzo ai giovani, accompagnarli nelle tappe della loro crescita mettendosi al loro fianco. Donate loro speranza, ottimismo per il loro cammino nel mondo. Insegnate a vedere la bellezza e la bontà della creazione e dell’uomo, che conserva sempre l’impronta del Creatore. Ma soprattutto siate testimoni con la vostra vita di quello che comunicate”[5].
                                                                                                                                                                 
                                                                                                                                       Giovanni Perrone


[1] “Educare oggi e domani. Una passione che si rinnova” - Instrumentum laboris, 2014
[2]  Papa Francesco, Angelus – 23 febbraio 2014
[4] Discorso del Santo Padre, 13 febbraio 2014

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