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martedì 21 febbraio 2012

PRESTIAMO ATTENZIONE GLI UNI AGLI ALTRI


22 febbraio 2012 - MERCOLEDI' DELLE CENERI - INIZIO DEL PERIODO QUARESIMALE
Il periodo quaresimale è il tempo più opportuno per riflettere sula qualità del nostro impegno e per rafforzare o ritrovare l’abitudine al quotidiano esercizio della carità. In particolare, come educatori siamo chiamati all’esercizio della “carità della competenza”, del qualificato impegno educativo verso noi stessi e gli altri.
Anzitutto, ci dice Benedetto XVI, occorre saper prestare attenzione per maturare in responsabilità verso i fratelli: "Il primo elemento è l'invito a «fare attenzione»: il verbo greco usato è katanoein,che significa osservare bene, essere attenti, guardare con consapevolezza, accorgersi di una realtà". "Prestiamo attenzione!" diciamo spesso a scuola o in famiglia. Non è l'attenzione dell'inetto o del "guardone", ma un'attenzione che ci orienta nella promozione del bene dell'altro e della società. E' il saper guardare per scoprire, comprendere, interagire. Ne consegue l'assunzione di responsabilità e la maturazione di specifiche competenze.
E' il prestare attenzione che ci aiuta a superare ogni forma di superficialità e di egoistica autoreferenza; ci interpella e ci coinvolge, ci aiuta a passare dal "Non mi interessa!" al " Mi riguarda! Ne sono responsabile!" E' il promuovere, riscoprire e valorizzare la capacità di relazionarsi positivamente, di essere cortesi e gentili, di aiutarsi reciprocamente, di servire l'altro che ha bisogno, di farsi generosamente dono.
Voler bene all'altro vuol dire "prendersi cura dell'altro" senza volerlo dominare e "colonizzare". E' un prendersi cura che valorizza l'altro, lo aiuta a dare il meglio di se stesso, ad orientarsi verso il buono, il bello e il vero. Non si ferma all’aiuto materiale di chi ha bisogno, ma va oltre.
"Oggi, in generale, - scrive il Pontefice- si è assai sensibili al discorso della cura e della carità per il bene fisico e materiale degli altri, ma si tace quasi del tutto sulla responsabilità spirituale verso i fratelli.
"L'attenzione reciproca - prosegue il Papa- ha come scopo il mutuo spronarsi ad un amore effettivo sempre maggiore, «come la luce dell'alba, che aumenta lo splendore fino al meriggio» (Pr 4,18), in attesa di vivere il giorno senza tramonto in Dio. Il tempo che c’è dato nella nostra vita è prezioso per scoprire e compiere le opere di bene, nell’amore di Dio. Così la Chiesa stessa cresce e si sviluppa per giungere alla piena maturità di Cristo (cfr Ef 4,13). In tale prospettiva dinamica di crescita si situa la nostra esortazione a stimolarci reciprocamente per giungere alla pienezza dell'amore e delle buone opere".
"Di fronte ad un mondo che esige dai cristiani una testimonianza rinnovata di amore e di fedeltà al Signore, - conclude Benedetto XVI- tutti sentano l’urgenza di adoperarsi per gareggiare nella carità, nel servizio e nelle opere buone".
Perché non impegnarci a riscoprire (o rafforzare) l'abitudine delle "opere buone, abitudine che va promossa - nei modi opportuni- fin dalla prima infanzia?
Perché non impegnarci nel periodo quaresimale nel rafforzare la nostra attitudine (e competenza) per il servizio e per la costruzione del bene comune? Perché non aiutarci l'un l'altro a divenire migliori? Perché non ci impegniamo, con entusiasmo, con costanza, con serietà,  nel far crescere le realtà in cui viviamo ed operiamo (la famiglia, la scuola, l'associazione, la comunità ecclesiale, la comunità civile), evitando di perder tempo nel brontolare, nel trovare scuse e nel voler scaricare la responsabilità ad altri?
In tal modo cammineremo insieme verso il radioso mattino della Pasqua.
Giovanni Perrone.

Per leggere il documento pontificio: MESSAGGIO PER LA QUARESIMA


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